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PARETI CHIODATE

La chiodatura (nailing) tra le tecniche di rinforzo dei terreni è utilizzata prevalentemente per il sostegno di fronti di scavo e di scarpa-te naturali.

Con questa tecnica si realizzano strutture composite che sfruttano l’interazione tra il terreno e le inclusioni collaboranti.

La tecnica di chiodatura del terreno (“soil nailing” o “clouage des sols”) consiste nell’introdurre rinforzi, i chiodi appunto, all’interno del ter-reno con la funzione di assorbire gli sforzi che il terreno in condizioni naturali non sarebbe in grado di sopportare.

Questi sforzi pos-sono essere legati ad uno o più dei seguenti fattori:

Il soil nailing è generalmente applicato per la realizzazione di fronti di scavo subverticali, di altezza anche superiore ai 10 m aventi ca-rattere provvisionale o definitivo, ovvero per il sostegno di scarpate e pendii di limitate dimensioni.

Le origini della tecnica del nailing sono riferibili ad un’estensione del Nuovo Metodo Austriaco per lo scavo delle gallerie; anche se la chiodatura del terreno ha scopi e modalità esecutive notevolmente differenti da quelli del NATM, le due tecniche generano, all’inter-no dell’ammasso trattato (roccia o terreno), un sistema composito e misto, stabile e caratterizzato da livelli deformativi accettabili.

Nell’esecuzione delle Pareti Chiodate il vantaggio fondamentale di questa tecnologia sta nella “FLESSIBILITA’ ” ed “ADATTABILITA’ “ a nuove esigenze che possono sorgere in fase di esecuzione da parte del progettista dell’ opera.

La tecnica in esame presenta, come ovvio, aspetti positivi e negativi, inerenti o se posti in confronto con tecniche analoghe.

Esistono, inoltre, limitazioni legate alla sua applicabilità. Per quanto riguarda i vantaggi si possono citare:
Economicità - Attrezzature piccole, leggere e silenziose - Flessibilità costruttiva - Comportamento “massivo” - Flessibilità struttu-rale - Resistenza ai carichi sismici